Le serie TV e il potere delle storie: come ci influenzano, cosa ci raccontano.

PERCHÈ SIAMO COSÌ ATTRATTI DALLE SERIE TV? IN CHE MODO A VOLTE DIVENTANO UNA MODA IMPRESCINDIBILE?
Ne abbiamo parlato il 10 aprile presso l’Auditorium di Via San Francesco d’Assisi a Carugate durante un evento dedicato principalmente ai ragazzi dai 13 ai 17 anni. La conferenza interattiva è stata organizzata da Comunità in rete Carugate (https://pattidigitali.it/carugate/) e condotta dalla giornalista e scrittrice Stefania Garassini.
A partecipare attivamente all’organizzazione anche Alessia Incerti, psicologa e psicoterapeuta fondatrice di Equipe Kairos.
Le serie TV, oggi, sono molto più di un semplice passatempo: ci parlano, ci coinvolgono, lasciano un segno. La loro diffusione capillare si intreccia con profondi cambiamenti nel modo in cui consumiamo contenuti audiovisivi. Se un tempo la visione era scandita dal palinsesto televisivo – un appuntamento fisso deciso dall’emittente e spesso condiviso con la famiglia – oggi la fruizione è diventata individuale, personalizzata e flessibile. Non richiede un luogo né un momento preciso: possiamo guardare contenuti ovunque e in qualsiasi momento, in modo continuo e su misura per le nostre abitudini.
Questo cambiamento si colloca in un tempo preciso, come ci ha evidenziato la Dott.ssa Garassini, relatrice della serata, ovvero nel 2007. È in quell’anno che un gigante della tecnologia rende possibile la visione di video da smartphone, aprendo così le porte a un consumo mobile e ubiquo dei contenuti. Nello stesso anno, una nota piattaforma multimediale decide di rendere disponibili online i propri film e telefilm, segnando una svolta epocale nel modo di fruire l’intrattenimento audiovisivo.
Questo passaggio ha aperto nuove possibilità, ma ha anche modificato il nostro modo di entrare in relazione con le storie. Il linguaggio delle immagini, infatti, agisce su un piano immediato, emotivo, a volte non filtrato dalla razionalità. Guardare una serie non è semplicemente assistere a un racconto: significa entrare in un mondo, viverlo da dentro, conoscere i personaggi e affezionarsi, lasciandosi trasportare dalle loro vicende.
Le piattaforme come Netflix hanno sviluppato strategie molto sofisticate per catturare e mantenere la nostra attenzione. Secondo alcuni dati, bastano 1,8 secondi per valutare un titolo, e circa 90 secondi per decidere se continuare o cambiare contenuto. L’interfaccia è pensata per adattarsi a ciascun utente: il titolo, l’immagine di copertina, persino la categoria possono variare a seconda dei gusti e delle abitudini di visione. Anche il singolo fotogramma scelto per la copertina di un contenuto è selezionato per massimizzare il coinvolgimento.
Rispetto ai film, le serie offrono un tempo narrativo più ampio, che consente una maggiore evoluzione dei personaggi e un coinvolgimento progressivo e duraturo. Il racconto può essere corale, dando spazio a più storie e punti di vista: ogni spettatore può trovare il proprio spazio di identificazione, scegliendo con chi empatizzare. I personaggi efficaci non sono perfetti: sono attraversati da conflitti, desideri, ostacoli da superare. Proprio per questo ci somigliano.
Guardare una serie, però, non è un atto neutro. Ogni narrazione veicola un messaggio, anche quando non è esplicitato. Francesco Arlanch, sceneggiatore di serie tv afferma: “Tutti noi, quando scriviamo, vogliamo dire qualcosa, magari lo facciamo inconsciamente, ma dentro la nostra scrittura c’è sempre un’intenzione che possiamo chiamare morale.” Ogni storia ci invita, in modo implicito o esplicito, a guardare il mondo da una certa prospettiva. Scegliere una serie significa anche scegliere i valori, i modelli, i riferimenti con cui vogliamo confrontarci.
SIAMO SEMPRE CONSAPEVOLI DI QUELLO CHE SCEGLIAMO DI GUARDARE?
Alcuni prodotti narrativi mettono in scena figure controverse, ambigue. È il caso di Gomorra o Mare Fuori, dove i protagonisti compiono azioni violente o illegali. Queste rappresentazioni devono essere gestite con attenzione: se il male viene reso affascinante, rischia di perdere il suo significato critico. È fondamentale, invece, offrire una via di uscita, una possibilità di riscatto, uno spazio di riflessione. Lo stesso vale per le rappresentazioni della violenza, come nel caso di Squid Game.
Un altro ambito significativo è quello dei Teen drama, serie pensate per un pubblico giovane che raccontano l’adolescenza e i suoi temi chiave: l’amicizia, il rapporto con il mondo adulto, la scoperta della sessualità, l’uso di sostanze, il disagio psicologico e l’autolesionismo. Serie come Skam, Nudes o Non ho mai, danno voce a un mondo spesso poco ascoltato, offrendo ai ragazzi uno spazio narrativo in cui riconoscersi. È importante, però, che gli adulti non restino spettatori passivi: possono diventare interlocutori, creare occasioni per parlarne, per comprendere, per accompagnare.
Durante l’incontro, la psicoterapeuta Alessia Incerti https://alessiaincerti.it/ ha ricordato l’importanza di esercitare il proprio senso critico, soprattutto oggi in un contesto in cui le piattaforme, tramite algoritmi e profilazioni, tendono a semplificare la complessità per catturare la nostra attenzione. “Ci sono prodotti che cercano di spegnere il nostro senso critico, che le sospendono quindi dove possiamo esercitarlo? Ad esempio, possiamo scegliere di parlarne insieme, creare momenti di confronto, affrontare temi che altrimenti resterebbero ai margini.”
Le serie TV ci offrono una forma di sospensione dell’incredulità, uno spazio dove tutto sembra possibile e dove ci sentiamo parte di qualcosa. Ma non è solo evasione: è anche formazione. Come scrive Jonathan Gottschall in L’istinto di narrare: “Le storie, che siano in forma di film, libri o videogiochi, ci insegnano dei fatti relativi al mondo reale; influenzano la nostra logica morale; e ci segnano con paure, speranze e ansietà che alterano il nostro comportamento, forse persino la nostra personalità.”
In definitiva, ogni storia ci forma, ci ispira, ci mette in contatto con altri modi di sentire e di vivere. Le serie TV non ci chiedono solo “cosa vuoi guardare?”, ma anche “in quale mondo vuoi abitare? Da quali personaggi vuoi farti influenzare?”. Sono domande che meritano ascolto, tempo e, soprattutto, condivisione.
La relatrice a fine incontro ha suggerito di esplorare il sito Orientaserie: https://www.orientaserie.it/ dove si possono trovare recensioni accurate e indicazioni di fruizione per le diverse fasce d’età. Sui temi legati al benessere digitale suggeriamo anche il sito https://pattidigitali.it/chi-siamo/ dove troverete altre risorse.